mercoledì 12 ottobre 2011

Göbekli Tepe



Sulla collina alta 15 metri di Göbekli Tepe, che significa "Monte dell'ombelico", in Turchia, è stato ritrovato ciò che si ritiene il più antico tempio mai costruito, risalente al 9'000 a.C.: la sua particolarità è che non era fatto in grezzi menhir ma, oltre che essere posizionato su una collina di origine artificiale, era composto da 40 pilastri megalitici a forma di T squadrati con grande precisione e con rilievi decorativi, alti fino a 4 metri che richiedevano circa 40 uomini ciascuno per il trasporto. Tramite una carta geomagnetica è stata rilevata nel sottosuolo la presenza di almeno altri 200 megaliti. Erano posti in cerchio con al centro due più alti, e il tutto, si pensa, venne seppellito dagli stessi uomini del tempo.

La datazione di è certa, poichè, oltre che essere state ritrovate numerose punte di lancia in uso in quell'epoca sono anche stati trovati frammenti ossei appartenenti a gazzelle persiane, a uri, ad asini selvatici, a cinghiali e a cervi nonchè resti vegetali che, tramite la datazione al carbonio 14, hanno confermato che tutto ciò venne fatto nel 9'000 a.C. Oltretutto non sono state trovate tracce di agricoltura (le ossa trovate sono tutte di animali selvatici, e le punte di lancia lasciano pensare che l'epoa fosse ancora quella di acciatori-raccoglitori). Ciò fa supporre che la gente che ha costruito questo tempio abbia appreso prima l'architettura rispetto all'agricoltura, il che è sconcertante.

Il ritrovamento di un pezzo in fase di intagliamento a 200 metri dalla collina fa supporre che i pezzi venissero tagliati direttamente nella cava e poi trasportati. Ogni pezzo, come parzialmente già anticipato, aveva un'altezza di almeno 4 metri, una larhezza di 1 metro e uno spessore di mezzo metro, per 3 tonnellate di peso. Il trasporto di questi megaliti su slitta richiedeva la forza di almeno 40 uomini. Un'altro problema, gia sollevato e disusso nel topi su Stonehenge, era la necessità di una buona impostazione sociale, di gente che procurasse il cibo per coloro che dovevano lavorare a questa opera e quindi una differenziazione del lavoro già prima della scoperta dell'agricoltura.

Studiando alcuni reperti simili ma di dimensioni nettamente inferiori rinvenuti a Nevali Cori sull'Eufrate nel 1990 si è desunto che queste T rappresenterebbero figure umane stilizzate (la parte perpendicolare è il tronco, quella orizzontale la testa) che guardano verso le due figure centrali, più imponenti. Si è ipotizzato che essi potessero essere antenati o dei con al centro la coppia generatrice. Su molti di essi sono state trovate incisioni decorative rappresentanti volpi, cinghiali, serpenti, gazzelle e uccelli. Rifacendosi alle tribù aborigene australiane e ai loro totem, possiamo supporre che questi megaliti rappresentassero uomini o dei per metà umani e per metà animali generatori della stirpe dei cacciatori-raccoglitori che costruirono tutto ciò. Altra ipotesi tien conto della maggir presenza di figure di volpi corvi e avvoltoi, e dice che questo luogo fosse una primitiva "Torre del Silenzio", ovvero che servisse per esporre i cadaveri affinchè venissero spolpati da questi animali, rito ancora in uso in India dai Parsi.

Oltretutto se ciò venne costruito in epoca di cacciatori-raccoglitori, ovvero in un periodo privo di grandi cambiamenti socio-economici, la causa che spinse i costruttori a fare quest'opera immane non doveva dipendere (come per altre costruzioni analoghe) da cause esterne ma doveva essere il frutto di nuove concezioni maturate internamente da chi probabilmente commissionò quest'opera, gli sciamani di tali tribù. Un'evoluzione de pensiero, dunque, potrebbe star dietro a questa grande opera...

Göbekli Tepe è un sito archeologico presso la città di Şanlıurfa nell'odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente all'inizio del Neolitico, (Neolitico preceramico A) o alla fine del Mesolitico. Vi è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra (11500-8000 a.C. circa), la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. Per il vecchio pastore curdo era solo un altro giorno caldo che bruciava, nella pianura orientale della Turchia. Al seguito del suo gregge verso le aride colline, superò l’albero isolato di gelso, che la gente del posto considerava come 'sacro'. Le campane delle pecore tintinnavano nel silenzio. Poi notò qualcosa. Accovacciato, spazzolò via la polvere e scoprì una strana, grande, pietra oblunga.
L'uomo guardava a sinistra e a destra: c’erano altre pietre rettangolari, piantate nella sabbia. Decise d’informare qualcuno al villaggio, forse le pietre erano importanti.
Il curdo solitario, in quel giorno estivo del 1994, aveva compiuto la più grande scoperta archeologica degli ultimi 50 anni. Altri dicono che aveva fatto la più grande scoperta archeologica di sempre: un sito che ha rivoluzionato il nostro modo di guardare la storia umana, l'origine della religione - e forse anche la verità sul giardino di Eden.
Poche settimane dopo la sua scoperta, la notizia raggiunse i museologi nella antica città di Sanliurfa, dieci miglia a sud-ovest. Essi si misero in contatto con l'Istituto archeologico tedesco di Istanbul. Così, alla fine del 1994, l’archeologo Klaus Schmidt raggiunse il sito di Tepe Gobekli per iniziare gli scavi.
Egli disse: 'Non appena vidi le pietre, seppi che, se non me ne andavo immediatamente, sarei rimasto qui per il resto della mia vita.'


Schmidt rimase, e ciò che ha scoperto è sorprendente. Gli archeologi di tutto il mondo sono d’accordo sull’importanza del sito. 'Gobekli Tepe cambia tutto', spiega Ian Hodder, della Stanford University.
David Lewis-Williams, docente di archeologia presso l'Università Witwatersrand a Johannesburg, dice: 'Gobekli Tepe è il più importante sito archeologico del mondo.'
Alcuni vanno oltre e dicono che il sito e le sue implicazioni sono incredibili. Il professore universitario Steve Mithen dice: 'Gobekli Tepe è troppo straordinario per la mia mente.'
Che cosa ha alimentato e stupito il mondo accademico, solitamente sobrio?
Il sito di Tepe Gobekli è abbastanza semplice da descrivere. Le pietre allungate, scoperte dal pastore, si sono rivelate essere le cime piatte di grandi megaliti a forma di T. Immaginate versioni più snelle e scolpite delle pietre di Stonehenge o Avebury.
La maggior parte di queste pietre erette sono intagliate con immagini bizzarre e delicate - soprattutto di cinghiali e di anatre, di caccia e selvaggina. Sinuosi serpenti sono un altro motivo. Alcuni dei megaliti mostrano gamberi o leoni. Le pietre sembrano imitare forme umane - alcune hanno ‘braccia’ stilizzate, verso il basso, ai lati. Funzionalmente, il sito sembra essere un tempio, o un sito rituale, come i cerchi di pietra dell'Europa occidentale.
Ad oggi, 45 di queste pietre sono state scavate - disposte in cerchi da cinque a dieci metri di diametro - ma vi sono indicazioni che molto di più c’è da scoprire. Indagini geomagnetiche indicano che ci sono centinaia di altre pietre erette, che aspettano solo di essere scavate.
Se Gobekli Tepe fosse semplicemente questo, sarebbe già un sito abbagliante - una Stonehenge in Turchia. Diversi fattori unici innalzano però Gobekli Tepe nella stratosfera dell’archeologia - e nel regno del fantastico.


Il sito è stato descritto come 'straordinario' e 'il più importante' sito del mondo.

Il primo fattore è la sua età. La datazione al radiocarbonio mostra che il complesso è di almeno 12000 anni, forse anche 13000 anni fa.
Ciò significa che fu eretto intorno al 10000 a.C. A titolo di confronto, Stonehenge risale al 3000 a.C. e le piramidi di Giza nel 2500 a.C.
Gobekli è quindi il più antico di tali siti nel mondo, con un ampio margine. E’ così vecchio che precede la vita sedentaria dell’uomo, prima della ceramica, della scrittura, prima di tutto. Gobekli proviene da una parte della storia umana che è incredibilmente lontana, nel profondo passato dei cacciatori-raccoglitori.
Come poterono gli uomini delle caverne costruire qualcosa di così ambizioso? Schmidt pensa che bande di cacciatori si riunissero sporadicamente nel sito, durante i decenni di costruzione, vivessero in tende di pelle di animali e uccidessero la selvaggina locale per nutrirsi.
Le molte frecce di selce trovate presso Gobekli giocano a sostegno di questa tesi, ma sostengono anche la datazione del sito.
Questa rivelazione, che i cacciatori-raccoglitori dell’Età della Pietra potrebbero avere costruito qualcosa come Gobekli, cambia radicalmente la nostra visione del mondo, perché mostra che la vita degli antichi cacciatori-raccoglitori, in questa regione della Turchia, era di gran lunga più progredita di quanto si sia mai concepito - incredibilmente sofisticata.
E' come se divinità scese dal cielo avessero costruito Gobekli con le loro mani.
Qui si arriva alla connessione biblica e al mio coinvolgimento nella storia di Gobekli Tepe.
Circa tre anni fa, incuriosito dai primi scarsi dettagli appresi sul sito, mi recai a Gobekli. Fu un lungo e faticoso viaggio, ma ne valeva la pena.
Il giorno stesso in cui arrivai mi misi a scavare. Gli archeologi stavano scoprendo opere d'arte da restare a bocca aperta. Quando quelle sculture apparvero, mi resi conto che ero tra i primi a vederle dopo la fine della glaciazione.
Klaus Schmidt mi ha detto che, a suo parere, questo era il sito del biblico giardino di Eden. Più in particolare: 'Gobekli Tepe è un tempio dell’Eden.'
Per capire come un rispettato accademico della statura Schmidt possa fare una tale affermazione da capogiro, è necessario sapere che molti studiosi vedono l'Eden storia come una leggenda, o allegoria.
Vista in questo modo, la storia dell'Eden, nella Genesi, parla di un’umanità innocente e di un passato di cacciatori-raccoglitori che potevano nutrirsi con la raccolta delle frutta dagli alberi, la caccia e la pesca nei fiumi, e trascorrere il resto del tempo in attività di piacere.
Poi l’uomo ‘precipitò’ in una vita più dura, con la produzione agricola, con la fatica incessante e quotidiana. E sappiamo dalle testimonianze archeologiche che la primitiva agricoltura è stata dura, rispetto alla relativa indolenza della caccia.


Quando avvenne la transizione dalla caccia e dalla raccolta all’agricoltura stanziale, gli scheletri mutarono – per un certo tempo crebbero più piccoli e meno sani, perché il corpo umano si doveva adattare a una dieta più povera di proteine e ad uno stile di vita più faticoso. stesso modo, gli animali da poco addomesticati diventano più piccoli di taglia.
Ciò solleva la questione: perché l'agricoltura fu adottata da tutti? Molte teorie sono state proposte - a partire dalle concorrenze tribali, la pressione della popolazione, l'estinzione di specie animali selvatiche.
Ma Schmidt ritiene che il tempio di Gobekli riveli un'altra possibile causa. 'Per costruire un posto come questo, i cacciatori devono essersi riuniti in gran numero. Dopo avere finito l’edificio, probabilmente rimasero riuniti per il culto. Ma poi scoprirono che non potevano alimentare tante persone con una regolare attività di caccia e raccolta.
'Penso, quindi, che abbiano iniziato la coltivazione di erbe selvatiche sulle colline. La religione spinse la gente ad adottare l'agricoltura.'
La ragione per cui tali teorie hanno uno speciale peso è che il passaggio alla produzione agricola è accaduto prima proprio in questa regione. Queste pianure dell’Anatolia sono state la culla dell'agricoltura.
Il primo allevamento di suini addomesticati del mondo era a Cayonu, a sole 60 miglia di distanza. Anche ovini, bovini e caprini sono stati addomesticati per la prima volta nella Turchia orientale. Il frumento di tutto il mondo discende da una specie di Farro - prima coltivata sulle colline vicino a Gobekli. La coltivazione di altri cereali domestici - come segale e avena – è iniziata qui.


Ma c'era un problema per questi primi agricoltori, ed è stato non solo di aver adottato uno stile di vita più dura, anche se in ultima analisi più produttiva. Hanno anche conosciuto una crisi ecologica. In questi giorni il paesaggio che circonda le misteriose pietre di Gobekli è arido e brullo, ma non è stato sempre così. Come le incisioni sulle pietre mostrano - e come resti archeologici rivelano - questa era una volta una ricca regione pastorale.
C’erano mandrie di selvaggina, fiumi ricchi di pesce, e stormi d’uccelli; verdi prati erano inanellati da boschi e frutteti selvatici. Circa 10000 anni fa, il deserto curdo era un 'luogo paradisiaco', come dice Schmidt. Quindi, che cosa ha distrutto l'ambiente? La risposta è: l'uomo.
Quando abbiamo iniziato l'agricoltura, abbiamo cambiato il paesaggio e il clima. Quando gli alberi sono stati tagliati, il suolo è stato dilavato via; tutto ciò che l'aratura e la mietitura hanno lasciato era il terreno eroso e nudo. Ciò che era una volta una piacevole oasi è diventata una terra di stress, fatica e rendimenti decrescenti. E così, il paradiso era perduto. Adamo il cacciatore è stato costretto ad allontanarsi dal suo glorioso Eden, come dice la Bibbia.
Naturalmente, tali teorie potrebbero essere respinte in quanto speculazioni. Tuttavia, vi è abbondanza di prove storiche per dimostrare che gli scrittori della Bibbia, quando parlavano dell’Eden, descriveva questo angolo di Anatolia abitato dai Curdi.


Nel Libro della Genesi, è indicato che l’Eden è a ovest dell’Assiria. Gobekli si trova in tale posizione. Allo stesso modo, il biblico Eden è attraversato da quattro fiumi, tra cui il Tigri e l'Eufrate. E Gobekli si trova tra due di questi.
In antichi testi assiri, vi è menzione di un 'Beth Eden' - una casa di Eden. Questo piccolo regno era a 50 miglia da Gobekli Tepe.
Un altro libro dell'Antico Testamento parla dei 'bambini di Eden, che erano in Thelasar', una città nel nord della Siria, vicino a Gobekli.
La stessa parola 'Eden' deriva dal sumerico e significa 'pianura'; Gobekli si trova nella pianura di Harran.
Così, quando si mette tutto insieme, la prova è convincente. Gobekli Tepe, infatti, è un 'tempio nell’Eden', costruito dai nostri fortunati e felici antenati - persone che avevano il tempo di coltivare l'arte, l'architettura e il complesso rituale, prima che il trauma dell'agricoltura rovinasse il loro stile di vita, e devastasse il loro paradiso.
E 'una splendida e seducente idea. Eppure, ha un sinistro epilogo, dato che la perdita del paradiso sembra aver avuto un effetto strano e abbrutente sulla mente umana.
Pochi anni fa, gli archeologi rinvennero presso Cayonu un mucchio di teschi umani. Essi furono trovati sotto una lastra d’altare, tinta con sangue umano.
Nessuno è sicuro, ma questa può essere la prima prova di sacrifici umani: uno dei più inspiegabili comportamenti umani, che potrebbero avere sviluppato solo di fronte ad un terribile stress sociale.
Gli esperti possono discutere sull’evidenza di Cayonu. Ma quello che nessuno nega che è il sacrificio umano abbia avuto luogo in questa regione, tra la Palestina, Israele e Canaan.
L'evidenza archeologica indica che le vittime erano uccise in enormi fosse di morte, i bambini erano sepolti vivi in vasi, altri erano bruciati in grandi giare di bronzo.
Questi atti sono quasi incomprensibili, a meno che non si pensi che la gente aveva imparato a temere le divinità, perché era stata scacciata dal paradiso. Così avrebbe cercato di propiziare la collera dei cieli.
Questa barbarie potrebbe, infatti, essere la chiave di soluzione di un ultimo, sconcertante mistero. I sorprendenti fregi di pietre di Gobekli Tepe si sono conservati intatti per uno strano motivo.
Molto tempo fa, il sito fu deliberatamente e sistematicamente sepolto con un colossale lavoro insieme a tutte le sue meravigliose sculture di pietra.

Intorno al 8000 a.C., i creatori di Gobekli seppellirono la loro realizzazione e il loro glorioso tempio sotto migliaia di tonnellate di terra, creando le colline artificiali sulle quali il pastore curdo camminava nel 1994.
Nessuno sa perché Gobekli fu sepolto. Forse fu una sorta di penitenza: un sacrificio alla divinità della collera, che aveva gettato via il paradiso dei cacciatori. Forse fu per la vergogna della violenza e dello spargimento di sangue che il culto della pietra aveva contribuito a provocare.
Qualunque sia la risposta, i parallelismi con la nostra epoca sono notevoli. Quando contempliamo una nuova era di turbolenza ecologica, pensiamo che forse le silenziose, buie, pietre vecchie di 12000 di Tepe Gobekli stanno cercando di parlare con noi, per metterci in guardia, perché stanno proprio dove abbiamo distrutto il primo Eden.
GOBEKLI TEPE
I ritrovamenti effettuati nella regione di Gobekli Tepe lasciano intendere rivoluzionarie
implicazioni per la nostra visione della civiltà e della religione così com'erano all'Età
della Pietra.
In questa regione della Turchia si trovano le forse più antiche tracce di coltivazioni
agricole. Per alcuni, Vi è un curioso parallelismo tra il sito e il mito del Giardino
dell’Eden.
Lo studioso Klaus Schmidt afferma; “Gobekli Tepe è straordinariamente antica. E’ datata al
10000 a.C., prima della scoperta della ceramica e della ruota. Per confronto, Stonehenge data al 2000 a.C. I nostri scavi dimostrano, inoltre, che non si tratta di un sito urbano, bensì
religioso – il più antico tempio del mondo. Il sito comprova che un popolo di cacciatori-raccoglitori era in grado di un’arte complessa ed una religione organizzata, qualcosa che nessuno prima immaginava”.
DATAZIONE
Le analisi al radiocarbonio dimostrano che i blocchi principali a Gobekli Tepe furono eretti
tra il 10000 e il 9000 a.C. Le caratteristiche delle punte di freccia in selce rinvenute
nell’area confermano questa datazione.
Il sito fu poi sotterrato nell’8000 a.C. Non se ne conoscono i motivi.
CARATTERISTICHE DEI RITROVAMENTI
Attualmente sono state dissotterrate circa 40 pietre alte dai 2 ai 4 metri. Esse sono a forma
di "T" e fanno riferimento a determinati giorni dell’anno.
IPOTESI
Si ritiene che si trattasse di un tempio. Infatti, non vi sono tracce di insediamento urbano
ne' nel sito, ne' nelle sue vicinanze.
Dagli scheletri umani rinvenuti, si ipotizza che Gobekli Tepe potesse essere un complesso
funerario o un santuario inteso a celebrare la vita e la morte dei cacciatori.
Sembra che gli antichi popoli portassero i corpi dei familiari in questo luogo, e li
riponessero in nicchie aperte, accanto alle pietre.
SCULTURE E PITTURE
Le sorprendenti scoperte effettuate nella regione sono state per lungo tempo argomento di
discussione nei circoli accademici.
I primi scavi furono iniziati nel 1994. Fin da allora, esperti si sono recati nella Turchia
curda per studiare da vicino le circa 40 statue erette e le loro meravigliose incisioni
risalenti al Neolitico.
Quanto allo scopo esatto del tempio, lo si può intuire dalle recenti scoperte: la scultura di
un cinghiale e di anatre che volano dentro delle reti. Questo farebbe intendere che Gobekli
Tepe celebrasse la caccia, lo stile di vita cacciatore-raccoglitore. Questa esistenza era
ricca e agiata, lasciò loro tempo sufficiente per diventare abili scultori.
Fino a poco tempo fa, nessuno sospettava che le popolazioni neolitiche avessero tali doti
artistiche e fossero così ricche.
L'archeologo Schmidt indica alcuni operai che raschiano la terra da un rilievo di pietra."E’
meravigliosamente dettagliato: raffigura scorpioni, uccelli acquatici, un ecosistema
fluviale. Mi rendo conto solo ora di essere, oltre all’archeologo, la prima persona che li
vede di nuovo dopo circa 10000 anni".
La scoperta di Gobekli è comparabile con i primi ritrovamenti delle pitture rupestri nelle
grotte di Lascaux, in Francia, negli anni ‘40. Il sudafricano, esperto in arte paleolitica,
David Lewis Williams definisce Gobekli “il più importante scavo archeologico al mondo”.
La maggior parte delle sculture appaiono più ritualistiche che domestiche: similmente anche
la struttura architettonica di Gobekli anticipa i molto più tardi templi dell’età della pietra – come Avebury o Stonehenge.
IL MITO DEL GIARDINO DELL'EDEN
Questa regione sembra avere una connessione biblica, cioè che sia legata alla narrazione
dell’Eden. I musulmani credono che Sanliurfa, una vicina città, sia l’antica Ur citata nel
Vecchio Testamento. Harran, un insediamento che si trova lungo la strada, è menzionata due
volte nel Genesi.
Perfino la topografia di Gobekli Tepe è in accordo con il racconto biblico : la Bibbia
descrive fiumi che scendono dal Paradiso. Gobekli Tepe è situata nella “mezzaluna fertile”
tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Il testo sacro ricorda anche le montagne che circondano l’Eden.
Dalla cima delle colline di Gobekli si può vedere la catena dei monti Tauri.
Gli storici si sono domandati a lungo se il racconto biblico dell'Eden sia soltanto un’antica
memoria popolare, cioè - in senso allegorico – un ricordo del passaggio da una società
cacciatrice-raccoglitrice ad una stanziale agricola per l'uomo dell'antichità.
Da questo punto di vista, possiamo osservare che il racconto dell'Eden esprime proprio come la società umana passò da una vita di relativa agiatezza – letteralmente raccogliendo frutta dagli alberi – ad un’aspra esistenza di aratura e mietitura (semina e raccolto).
Notiamo che, al giorno d'oggi, vi sono alcune tribù amazzoniche che vivono molto bene grazie
ai soli frutti della caccia e della raccolta. Inoltre, questo tipo di vita lascia loro molto tempo libero per dedicarsi al riposo e ad attività ludiche.
Ma torniamo a Gobekli, con una domanda: dove ebbe luogo questa trasformazione? I biologi oggi credono che tale passaggio sia iniziato nell’area curda della Turchia. Il farro, un
antesignano delle specie cerealicole, è stato geneticamente collegato a quest’area. In modo
analogo, ora sembra che il maiale selvatico sia stato addomesticato per la prima volta nel
Cayonu, ad appena 100 chilometri da Gobekli.
Sapremo mai perché questo popolo di cacciatori-raccoglitori sotterrò il “Tempio nell’Eden”?
Perché i cacciatori di Gobekli rinunciarono alla loro piacevole esistenza?
Schmidt indica l’arida e assolata cima della collina. “Radunare un popolo per fini religiosi
voleva dire che sarebbe occorso nutrire un gran numero di persone. Perciò iniziarono a
coltivare erbe selvatiche”. Ma questo cambiamento all’agricoltura trasformò anche il
paesaggio: gli alberi si ridussero, i branchi di selvaggina si dispersero. Ciò che fino ad
allora era un paradiso divenne una regione desertica. Schmidt è convinto che questo passaggio ebbe luogo nell’8000 a.C. circa. Nello stesso periodo il tempio di Gobekli Tepe venne deliberatamente sepolto.
Non sapremo mai perché questo popolo sotterrò il “tempio nell’Eden”. Forse erano afflitti per
la perdita della loro "innocenza". Incontestabili sono invece le scoperte fatte a Gobekli
Tepe nelle ultime settimane. Sono le più interessanti effettuate da mezzo secolo.
rolago
La depressione mesopotamica è una pianura in gran parte costituita dai due grandi corsi d'acqua che l'attraversano, il Tigri e l’Eufrate, che con le loro alluvioni hanno colmato la valle un tempo occupata al mare. Ed è stata proprio l’acqua dei due fiumi l'elemento essenziale per la vita delle popolazioni locali. In acqua è stata infatti canalizzata e portata nelle campagne, sono stati costruiti dei bacini che consentissero di immagazzinare acqua nei periodi di maggiore siccità e sono state regolate le piene attraverso la costruzione di dighe e il commercio sfruttava le due vie d'acqua per l'esportazione e importazione di numerose merci. Sia il Tigri che l'Eufrate, durante il loro periodo di massima piena inondano il terreno che li fiancheggia armando degli acquitrini chiamati hor. Gli hor si susseguono quasi senza interruzione fino alla regione meridionale, dove i due fiumi si uniscono a formare lo Shatt-al-Arab.